Translate

teatro fiaba poesia teatro fiaba poesia teatro fiaba poesia teatro fiaba poesia teatro fiaba poesia



"Il fantastico è il linguaggio dell’io interiore.Non pretenderò altro per la narrativa fantastica che dire che la ritengo il linguaggio adatto a raccontare storie ai bambini ed a altri. Ma lo affermo con sicurezza perché ho dietro di me l’autorità di un grandissimo poeta, che lo ha detto in modo molto più audace: “Il grande strumento del bene morale – ha detto Shelley – è la fantasia.”

Ursula Le Guin

sabato 29 agosto 2015

MARZIOLINA CHE VOLEVA ESSERE UN CAVALIERE




Marziolina era una fanciulla molto, molto graziosa ma bizzarra e bizzosa di carattere perché era nata in quel mese incostante dedicato all'antico, dispettoso dio della guerra e per di più ne aveva pure avuto in sorte il nome.
La sua vecchia nutrice cercava di addolcirla e le diceva:: "Marziolina, Marziolina, mia piccola guerriera, la sola bellezza senza grazia e senza  dolcezza è una bellezza crudele,  e non porta fortuna né a chi la possiede né a chi l'ammira.Il suo vecchio padre poi, che era un re anziano e troppo buono, quasi un nonno per lei, le permetteva tutte le bizze e tutti i capricci perché l'amava molto ed, essendo rimasto vedovo, l'aveva dovuta allevare da solo. Ma ogni tanto perdeva la pazienza  e l' ammoniva... "Cara Marzolina, " le diceva " ho paura che, quando sarò morto e tu resterai sola, andrai incontro a molte delusioni per il tuo caratterino guerriero.Ricordati che possedere i capelli come fili d'oro e gli occhi  come il fondo di uno stagno in primavera, non basta per essere felici nella vita, se non si coltiva anche la bellezza del cuore!" 
Ma Marzolina non dava peso a queste parole e continuava ad essere bizzarra e bizzosa.

Un giorno,galoppando nel bosco sul suo cavallo Fuoco, incontrò, vicino ad una fontana una vecchia piccola e molto carina, che in realtà era la fata dell'acqua




"Vieni qui, bel cavaliere, che potrai bere, rinfrescarti e riposare all'ombra della quercia grande" disse la vecchia che era miope e da lontano ci vedeva male o forse fingeva)"
Marziolina tirò le redini e d'un balzo saltò giù dal cavallo, poi si tolse il cappello con la piuma verde, il fazzoletto di seta rosso e, ridendo, scosse il gran manto di capelli biondi che s'erano liberati
"Mi hai preso anche tu per un uomo, cara mia" disse ridendo " e invece io sono una ragazza e pure, non ci crederai, la più brava amazzone del reame!"
"Vedo, vedo e... ci credo!" disse la fata "E vedo pure che sei assai bellina, anche se ti diverti a vestirti da maschiaccio.E che bel cavallo che hai! Pare una fiamma ardita e fiera che divampi nel vento... si chiama Fuoco, per caso?"
"Indovinato!" disse Marziolina, mentre a gambe larghe, uno stivale sul bordo della fontana e l'altro a schiacciare un cespuglio di teneri boccioli di rosa, tracannava a garganella la fresca acqua che sprizzava.
La cannula della fontana, dovete sapere, spuntava fuori da una curiosissima testa di liocorno intagliata nella pietra antica e, se Marzolina avesse in quel momento alzato lo sguardo e messo a fuoco questo particolare, invece di bere a garganella come un soldataccio ed inzupparsi per di più i bei pizzi della camicia, avrebbe visto una cosa davvero singolare, e cioè il fiabesco animale strizzare un occhio dalla strana pupilla blu-verde (l'altro era color topazio) alla quieta vecchina sorridente.
Ma non lo vide - lei non guardava mai i particolari in effetti, ma solo le cose evidenti e molto generali.- ;Non lo vide e si asciugò la bocca con la manica della camicia tutta soddisfatta,e ...
"Hai proprio indovinato, bella mia! Ma come hai fatto? E' vero che ha un manto fulvo e scintillante come il sole, ma certo Fuoco è un nome raro e originale, non per nulla l'ho inventato io!"
"Ci avrei scommesso! Ma, ascolta, non ti pare il caso di portarlo qui ad abbeverare? Dopo tanto trottare e galoppare, avrà certo un gran caldo e una grande sete questo cavallo ardente, questo tuo Fuoco focoso, e tu allora, carina butta acqua su fuoco!"
"Non chiamarmi carina, bella mia! Stucchevolezze e sdolcinature a me non vanno per niente!Parla come mangi - disse l'alfiere al re - e poi vivi e combatti, come se respirassi! E tu al contrario imbastisci parole strane come ricami di magia. C'è un' eco in esse che mi suona oscura... Butta acqua sul fuoco...Ma che significa?"
"Non significa altro che rinfrescarsi corpo e mente con fresche gocciole d'acqua trasparente” le rispose la fata travestita.
”Ma che temi mai, cara Marziolina? Su, tranquillizzati, e poi distenditi qui su questa vecchia pietra levigata, accanto a me che della fontana mi son fatta guardiana"
E a questo punto la vecchia cominciò a canterellare una strana canzone che parlava di gocciole e gocciole d'acqua e di sospiri d'amore



Era una vocetta tremula ed esile,la sua, ed al contempo dolcissima, ma  era anche stranamente ipnotica ché Marziolina, appena la sentì, non poté fare proprio a meno d‘ubbidirle. Le era caduta d’un tratto addosso, come fosse un grande mantello, una grandissima stanchezza e desiderava soltanto di sdraiarsi al sole e posare il capo su un bel cuscino di erba tenerella che prima non aveva notato; si distese dunque e poi, di colpo, subito s'addormentò 



“Dormire devi 


per cavalcare 
in un paese 
vago, assai lieve. 
Devi sognare 
e lì trovare 
forse l’amore, 
mentre un rumore 
cade ed incanta... 
gocciole d’acqua, 
gocciole d'acqua...” 

La fontana gocciolò, mentre lei con un sospiro socchiudeva gli occhi. Ma cos'era? Era la fontana che cantava o la vecchietta? O piuttosto quella bella sconosciuta con un liocorno al fianco che ora intravedeva tra le ciglia sempre più pesanti?




Per ultimo,  prima di entrare nel mondo dei sogni, Marziolina fece pure in tempo a vedere, appollaiata tra il fogliame della quercia grande, una stranissima civetta che la guardava fisso  con occhi tondi e che ad un certo punto fece....

"Uhhhhhhh!"


(continua)

Nessun commento:

Posta un commento