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"Il fantastico è il linguaggio dell’io interiore.Non pretenderò altro per la narrativa fantastica che dire che la ritengo il linguaggio adatto a raccontare storie ai bambini ed a altri. Ma lo affermo con sicurezza perché ho dietro di me l’autorità di un grandissimo poeta, che lo ha detto in modo molto più audace: “Il grande strumento del bene morale – ha detto Shelley – è la fantasia.”

Ursula Le Guin

giovedì 27 agosto 2015

PRINCIPESSA ANEMONE



In un vaso, sul balcone,
piantai primule e viole,
ma un gran vento poi passò
come è stato io non lo so,
un anemone spuntò.

E che Anemone!
Era una fata?

Non so dirvi… ma parlava,
con due occhi mi guardava,
poi, di notte, lacrimava,
starnutiva e singhiozzava.

Ma chi sei ? Che cosa vuoi?
Perché piangi? Perché hai
una faccia color lilla
bocca rosa e occhi blu?
Mi vuoi dire chi sei tu? 

Sono Anemone -rispose-
principessa dalle pose
vanamente vanitose,
dalle mode esagerate,
dalle danze strascicate,
che una maga tramutò
in un fiore e poi piantò
per dispregio nel suo orto
tra carote e cavolfiori,
ravanelli e pomodori!

Quale onta! E che vergogna!
Io, il fiore tra le belle
principesse e reginotte,
fui strappata nella notte
del gran ballo mascherato
dalle danze, dalle grotte
arredate a salottini,
da quei celebri giardini
pien di fiori,
pien di statue e statuine,
con cascate e fontanine
zampillanti d’acque e vini
Che magnifici giardini!

Ma che storia! -dissi io-
Che avventura ti è toccata!
Ma che sorte strampalata!
E poi dunque cosa avvenne
vanitosa tra le belle?

Dalla sala illuminata
mi recai in un camerino
dopo cena, pian pianino;
d’allargarmi un po’ il bustino
mio, a corolla,
che stringeva sul pancino,
domandai a una vecchietta
che faceva la calzetta.

Zitta, zitta e laboriosa,
non rispose e, imperiosa,
ripetei la mia domanda
Che, sei sorda?
-dissi allora
con la voce mia irritata,
altezzosa e strascicata-

Oh, mio Dio,
mai non l’ avessi detto!
Ora avrei tutt’altro aspetto!

Per piacere…-quella disse-

Come? cosa? Diavolaccia
d’una vecchia rimbambita,
cosa hai detto? Che piacere?
Vuoi un calcio nel sedere? 

Devi dire per piacere!
-Scandì allora quella voce
di vecchina tremolante
sussiegosa ed irritante-.

Tu sei matta!A una servotta
per piacere… io?  Giammai!
Tu mi allarghi o sono guai! 

Principessa, principessa
-disse quella- la più vana
tra le belle della festa,
la più grande superbiosa,
la più stupida altezzosa.
Tu, d’anemone vestita,
hai un’ortica rinsecchita
nel tuo cor che punge e taglia…
sei un’emerita canaglia
mascherata di bellezza,
coronata principessa!

Ma che Anemone!
Ecco… Dunque…
A me… Orsù!
Le mie arti guarda tu!

Stringi, stringi sul pancino
mio corsetto fiorellino,.
Stringi, stringi il cuore vano
Stringi il petto in uno stelo
e poi muta in un baleno!
Muta in foglie le tue gonne,
muta in petali i capelli!
Solo gli occhi resteranno
e si spera piangeranno,
dal tuo naso i tuoi starnuti,
dalla bocca il tuoi lamenti …
sol il viso rimarrà
ma in lilla cangerà!

Detto, fatto
Stringi, stringi …
altro che allarga!
Con un’arte sopraffina
mi mutò in fiore vero
quella strega in un baleno.

Non sei fiore da giardino “
-disse infine a me, atterrita-
 Ti trapianto sul più bello,
ti trapianto in orticello
tra finocchi e insalatina,
verze ed erba cipollina!

In quell’orto, trapiantata,
giorni e notti son restata
Non parlavo ai pomodori,
non parlavo ai cavolfiori,
ma piangevo e starnutivo
Solo il vento che passava
ogni tanto mi parlava:

Mi diceva: Che fai qua?
Un bel fiore non ci sta
in quest’orto contadino
tra carciofi e rucoletta!
Ma ora senti…
aspetta, aspetta…
passa un anno e ti trasporto
come seme in un giardino
delizioso, pien di fiori,
tra profumi e mille odori,
pien di statue e statuine
pien di grotte smeraldine,
con cascate e fontanine
zampillanti d’acque e vini
Che magnifici giardini!

E’ il giardino del castello
dove venni trasformata!
Tu sei pazzo, caro vento,
preferisco un campicello,
preferisco un balconcino,
non ritorno in quel giardino!

Là fui bella tra le belle,
principessa dalle pose
stravaganti e vanitose,
dalle mode esagerate,
dalle danze strascicate
nelle feste mascherate,
principessa superbiosa
dalla voce dispettosa,
principessa… ohimè, oibò...

Qui il racconto si fermò;
Affacciata dal balcone,
con la voce tremolante
principessa singhiozzante
tacque infine nel suo vaso,
poi tirò su con il naso.

Animo, Anemone!
-feci io per rincuorarla-
Come finì allora
questa tua stramba storia?

Finì che sono qui;
il vento disse: 
Sì.
Se questo è quel che vuoi,
se poi ti pentirai,
i guai saranno tuoi!

Ma, mia cara Anemone,
che grosso errore!
Se invece di un balcone
sceglievi quel giardino,
la vecchia del camerino
ci avrebbe ripensato,
forse, se chiedevi scusa,
ti avrebbe perdonato,
di nuovo tramutato
in vanitosa bellezza.
Ma qui hai la certezza
di restare fiore per sempre
piangendo vanamente
notte e giorno in un vaso!

Anemone si soffiò il naso,
scosse capricciosa il capino,
tra i petali violetti il suo visino
abbozzò una smorfietta...

Non posso darti retta!
No, davvero! - rispose tutta piccata-
Mai chiesi scusa a nessuno,
figurati se a quella screanzata!






(tratto da  "Principesse metamorfosi")



FIORI SURREALISTI:
"I fiori di Aldo Palazzeschi, recitata da Paolo Poli

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