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"Il fantastico è il linguaggio dell’io interiore.Non pretenderò altro per la narrativa fantastica che dire che la ritengo il linguaggio adatto a raccontare storie ai bambini ed a altri. Ma lo affermo con sicurezza perché ho dietro di me l’autorità di un grandissimo poeta, che lo ha detto in modo molto più audace: “Il grande strumento del bene morale – ha detto Shelley – è la fantasia.”

Ursula Le Guin

sabato 10 marzo 2012

Appendice alla Padella d'oro: "Le mille & una notte e l'Occidente"



Quando l’Europa si innamorò di questo libro, i lumi della ragione risplendevano a giorno, cercando di illuminare minuziosamente gli ultimi recessi di ciò che rimaneva delle tenebre dei secoli precedenti.

Era come se un grande palazzo, una vetusta dimora, piena zeppa di storia & storie, ricordi & tradizioni, belle ed anche orribili, volesse improvvisamente rinnovarsi e soprattutto illuminarsi, risplendere della luce riflessa dai suoi tanti lumi accesi e… voltar pagina.
 Niente, d’ora in avanti, sarebbe stato più come prima, ma molto, molto meglio, in un’infinita progressione ideale che avrebbe del tutto razionalmente, sublimato l’uomo (europeo naturalmente, e al massimo, forse, anche nordamericano.
L’uomo dunque si sarebbe razionalmente sublimato (in cosa poi, non era ben chiaro) e le famose tenebre dei secoli passati (e con esse le tenebre della sua anima) sarebbero andate a ramengo.
In quanto alle tenebre dei secoli che dovevano fatalmente seguire,nessuno pareva allora in grado di ipotizzarle se pur lontanamente
Insomma, si era sì o no, entrati nell’era del progresso? E il fantasma di quell’ebreo, come si chiamava? Ah, sì, Michel de Nostradamus - il cocco di Caterina, la tipa che aveva completamente rovinato la Francia (perchè era naturalmente in Francia che si teneva il grosso di questi discorsi, non è il caso di nasconderselo!) - quello slavato fantasma, dicevo, non arretrava là sopra, tra le ombre del solaio, attorniato da tutta una banda di negromanti & lestofanti, amici suoi? 
Certo arretrava, si era già dissolto, era andato felicemente in fumo e grazie proprio alle candele accese, ai lumi ad olio e, tra non molto, anche ai lumi a gas, e chi allora avrebbe più voluto credere a quelle sue visioni & pre-visioni, cupe e monotone come la pioggia?Insomma,Signori, ammettiamolo, quella, era semplicemente la cosidetta stregoneria e cioè… pura pacottaglia!


Tuttavia, tuttavia il Meraviglioso, già ruzzolato giù per le scale ad opera della Riforma ed ora  buttato fuori della porta principale con un bel calcio nel didietro ad opera del portinaio, un tipo tosto di nome Rousseau, il Meraviglioso, dicevo, aveva semplicemente girato l’angolo e cercava ora di rientrare dalla porta di dietro, dalle cucine per intenderci.
Se dicesse anche lui “Apriti, sesamo!” non è chiaro, ma comunque la porta della cucina gli si aprì davanti e ne uscì la cuoca che si recava nell’orto per le erbe aromatiche: voleva vivacizzare ed alleggerire un po’ la trippa e i sanguinacci che stava preparando… 
Anche la gastronomia infatti si stava rinnovando in quegli stessi anni, e tutti cercavano di preparare piatti diversi da quelli del passato, dalle tenebre del passato, appunto! Comunque la porta si aprì e lui entrò.
Attorno al tavolo c’era un bel po' di gente di servizio che mangiava & fumava. Parlavano di politica ed erano tutti in disaccordo tranne che sul fatto che i tempi erano ormai maturi…

Fu proprio e come sempre, dal basso, quindi, che il Meraviglioso intraprese la scalata sociale che doveva riportarlo su, in alto, nei saloni di gala un po’fané dell’aristocrazia e in quelli ben più alla moda della borghesia: si finse forestiero, metodo sempre infallibile, ed iniziò a raccontar storie, frottole, miti tanto antichi & esotici da sembrar inediti a quelle teste presuntuosamente ignoranti e per ciò stesso nuovi, estremamente nuovi & moderni, tremendamente “à la page”, per così dire (e sempre in francese naturalmente!)
Le sue storie veleggiarono in alto, come aquiloni o meglio galeoni volanti come l’ Olonese, ricchi di tesori favolosi e… inaspettati e così le “Mille & una notte” irruppero clamorosamente nell’immaginario dell’uomo occidentale in un suo momento, come dire, di crisi esistenziale che doveva portarlo dritto, dritto alla rivoluzione o meglio alle rivoluzioni e, da queste, attraverso tutti i vari “ ismi” di sua fabbricazione, fino alla psicanalisi, a Hiroscima & all’informatica.

Irruppero, dunque nell’immaginario occidentale e non ne uscirono più: vi sprofondarono.



Era ora!
L’ineguagliabile esprit & soprattutto l’enfasi settecentesca, colta rapidamente l’importanza di quello straordinario innesto culturale (che apriva o, per meglio dire, riapriva all’occidente scenari di sogno, mai dimenticati, dai tempi in cui, assai prima delle Crociate & di Alessandro e forse perfino della coppia Giasone & Orfeo, ne aveva intravisto e inseguito gli smaglianti miraggi) ne amplificò immensamente la portata e così l’eco delle nostre mille inesauribili, labirintiche, sensazionali fiabe si ritrovò in breve tempo, dappertutto: dalle tappezzerie alle poltrone & ai sofà, dagli sprofondi sotterranei del Faust ai gorgheggi sublimi di Pamina, fin sulle teste delle varie Recamier & Tacher de la Pagerie che, così acconciate, si preparavano a conquistare i conquistatori dei tempi nuovi…


E, nei tempi nuovi, che si aprivano ora radiosamente (gli altri, dopo aver maturato bene, erano caduti a terra con un ”flop”), possiamo esser sicuri che le nostre “Mille & una notte” giocarono un ruolo di tutto rispetto...

Per cominciare Champoillon potè andare finalmente a decifrare i geroglifici in Egitto, mentre dall’alto delle piramidi 40 secoli di storia guardavano lui, Napoleone e forse, se pur da un po' più lontano, quei disgraziati francesi che si erano beccati la peste a Giaffa, nonché i turchi che, pure lì a Giaffa con una geniale anticipazione dei metodi di guerra del XX secolo,erano stati trucidati dopo essersi arresi... 




Poi, mentre il Meraviglioso letteralmente straripava in mille rivoli: etnici, esotici, romantici, gotici, gaelici, ecc. ecc., inconsapevole che quest’orgia lo avrebbe fatalmente portato di nuovo ad esser sbattuto fuori a calci dalla porta (e, questa volta, per un bel po', pure e, pare, da due portinai molto intimi tra di loro, un certo Marx ed un certo Heghel) le nostre “Mille & una notte”, in versione romantica, vittoriana, liberty & decadente & poi anche impressionista & espressionista, dilagavano parallelamente nel subconscio di un sacco di gente importante & acculturata o meno o addirittura per niente…

Per fare solo qualche nome: Goethe, Byron, Chautebriand, Hoffmann, Stendhal, Lamartine, Balzac, Stevenson & Poe, Burton & Mallarme’, Rimbaud & Verlaine, Flaubert & Maxime du Camp, Nerval, Maupassant, Daudet, Wilde, De Quincey, D’Annunzio, Lotì, Salgari, Blixen, Conrad, il capitano Lawrence & tutti quei colonialisti veri e propri o solo simpatizzanti che, sia che fumassero già prima l’oppio o altro, come molti dei sopracitati facevano per essere alla moda, sia che fumassero o fiutassero soltanto virtuosamente il tabacco, si dichiararono disposti, e pure con un certo entusiasmo, a lanciarsi alla conquista di quelle abbaglianti terre lontane & numinose, in parte sterili & fascinosamente pericolose; le terre delle “Mille & una notte”, appunto.



Fu un crescendo che, da Athalie, a Tartarino, da Salomè a “Tripoli bel suol d’amore”, giù, giù fino alle proiezioni cine-mitologiche americane di Valentino dello “Sceicco bianco” & della voluttuosa Dietrich di “Marocco”, vide l‘Europa espandere il suo bel corpo di ninfa tutto candido e solo un po' olivastro nelle parti meridionali (e vi ricordate perchè ?) sull’ Oriente tanto agognato: vicino, medio  & pure estremo a quel punto! C’era? Lo possedeva finalmente? E tanto valeva, allora, andare fino in fondo!





Ora io non voglio qui negare (me ne guarderei bene!) l’aspetto puramente pragmatico, economico diciamo, della questione che sempre incombe a ricordarci che non siamo noi guidati solamente dalle idee, letterarie e non, tantomeno quindi dai sogni, dalle chimere, dagli archetipi arcestrali che sono rimasti a passeggiare attorno al fuoco, in quella caverna che tutti noi abbandonammo tanto e tanto tempo fa, ma che ci illudono sempre, mostrandoci apposta solo le loro ombre... 
No, no! Solo uno psicanalista e per giunta eretico & ribelle, e cioè il peggio del peggio, potrebbe negarlo! Ed il fatto che che ne sia stato uno di questo tipo che, non molto tempo fa, l’abbia fatto, risulta alla fine del tutto inifluente nel contesto di questa annosa querelle.
E allora che cosa vuoi sostenere?- mi direte- Che cosa diavolo vuoi sostenere? E soprattutto, domanda molto moderna & interessante, Da che parte stai?

Concedetemi vi prego, prima di rispondervi, il tempo di ricordare che stiamo qui parlando di un prodotto letterario tale da trascinare nella sua scia individui & popoli forse perché, come pochi altri, intessuto nella - come dire? - trama stessa dei sogni e per ciò stesso consentitemi di pesarlo sulla stessa bilancia in cui si pesano le cause economiche…
Cosa? Non pesa nulla, mi dite?
Ma sicuramente! Come volete che pesino i sogni?
Essi non hanno che l’ inconsistenza della nebbia, l’evanescenza dell’alba, l’impalpabilità dell’incanto. Il peso dei sogni è ben altro! E la bilancia a cui alludevo è una metafora naturalmente o un paradosso, se volete, che non soltanto mi permette di uscire con disinvoltura da un’empasse, ma anche di ribadire a gran voce quella che comunque è una verità, ieri come oggi riconosciuta: il peso dei sogni è ben altro!



Qualcuno ha raccontato di un grande imperatore romano vissuto nel momento di massima espansione dell’impero, che si ritrovò a piangere sconsolatamente su una sponda del mar Caspio poiché l’età &  la malattia gli impedivano ormai per sempre di proseguire con l’esercito verso Oriente, come Alessandro aveva potuto fare

Ora, non vorrei qui sembrare esagerata, ma io sostengo addirittura che esse (le “Mille & una notte”) come e insieme all’Iliade (e al tentativo di emulare Achille, in particolare) trascinarono quell’invasato di Alessandro verso est, fino al punto estremo del non ritorno, e che tutta quella gente che, dopo di lui, lo emulò (o almeno tentò) nelle sue estreme follie, si mosse nella scia delle nostre, davvero mitiche “Mille & una notte” e  ciò molto, molto prima, quindi, di qualunque crociata, Napoleone & colonialismo.



Le “Mille & una notte” erano infatti già molto antiche quando vennero raccolte in lingua araba (tra il nono & il decimo secolo, sembra) ed ebbero allora quel meraviglioso nome allusivo ed evocatore, assieme alla beffarda cornice di una piccola formidabile donna, Sharhazad che, per salvarsi la testa graziosa, con voce armoniosa va infilando una sull’altra, come collana di gemme, le mille fiabe, che non sono poi forse altro che un’unica fiaba: la sua.“
Le mille & una notte ” provenivano da molto lontano, dalla notte dei tempi per così dire e per restare in un contesto notturno, ed è motivo, per me, di grande consolazione oggi, signori, in questi nostri tempi calamitosi di scontri tra civiltà opposte & apparentemente inconciliabili, ricordarvi che esse, “Le mille & una notte” appunto, furono senz’altro un prodotto preislamico, ed il fatto stesso che siano potute sopravvivere alla conquista, se pur naturalmente convenientemente mascherate o per meglio dire velate, ci garantisce non solo la grande vitalità ed originalità di questo arcaico prodotto dell’immaginazione umana, ma anche e soprattutto l’estrema duttilità di una religione monoteista, colta nell’attimo stesso della sua trasformazione in cultura dominante, a scendere a compromessi ed integrare in sé gli archetipi culturali preesistenti anche se dichiaratamente politeisti, animisti, ecc. e quindi disgustosamente diversi & inconciliabili.





Questo doveroso accenno agli archetipi e all’animismo mi porta dritto filato al Genio.Il Genio… sì, Signori, il Genio della lampada!
Per quanto la Walt Disney l’abbia potuto rendere simile ad un buttafuori di night club o ad un guardiaspalle giamaicano con tendenze sadomaso, proprio questo delizioso Jjnn, fra i mille che ne partorì la fantasia dell’Oriente, mi sembra possa ergersi come metafora sullo sfondo delle nostre attuali, più profonde & intricate contraddizioni & contrapposizioni etiche, politiche, religiose, economiche, ecc. ecc. ed insinuare nelle nostre poco fantasiosamente elastiche menti razionalistiche e post razionalistiche, orientali & occidentali, la consapevolezza vaga che la metamorfosi è un’arte antica ed, ahimè, dimenticata, ma che può essere, volendo, recuperata anche in tempi (e in luoghi) refrattari al libero esercizio dell’immaginazione. E recuperata nel reciproco interesse, s’intende.



L’arte della metamorfosi…

Sharhazad, in Oriente, Odisseo, in Occidente, con instancabile, magica arte affabulatrice narrarono le più svariate, meravigliose metamorfosi nell’oscurità della notte, in quelle ore misteriose che sonno & sogno presiedono e in cui l’anima umana s’ inabissa & viaggia nelle sue più recondite profondità sotterranee: pozzi, labirintiche scale, caverne abitate da misteriose presenze, sale & palazzi nascosti & segreti come enigmi, che solo il mare nella sua tenebrosa, multiforme immensità può peculiarmente riflettere.
Fu narrando metamorfosi, signori, che Sharhazad, & Odisseo, Oriente & Occidente, sconfissero la tenebra, dischiusero le porte del giorno.

As - salam alaykum



 Post scriptum:

Questo brano (appendice di una vera e propria, fiaba teatrale *), molto o poco critico che sia  ma, spero, almeno divertente, nasce da un reale interesse per le fiabe, la favolistica, l’Islam, l’India & l’Oriente in genere, nonché naturalmente, come per chiunque oggi, in Occidente,  tentativo di comprendere & arginare quella crisi che drammaticamente investe i nostri secolari rapporti con l’Oriente e col mondo musulmano in particolare.

Per quanto sia stata molto tentata, ho cercato di non sconfinare troppo- il problema è troppo vasto, intrigante &coinvolgente-e di non perdere di vista l’argomento per cui scrivevo: le “Mille & una notte”, appunto.
Sarebbe tuttavia molto interessante, secondo me, approfondire, dilatando & ribaltando la questione e il punto di vista. Allora il nostro gioco potrebbe continuare indagando su come l’Occidente fu mito per l’Oriente ad esempio, eccetera, eccetera, eccetera….

*
La padella d'oro, ovvero: le meravigliose avventure della moglie di Alì Aladyn"


Amina & Co




ARABIAN NIGHTS(1942) FILM COMPLETO:

 

giovedì 16 febbraio 2012

La padella d'oro ovvero"Le favolose avventure della moglie di Alì Ala-Dyn"

******
****
*

Molto liberamente inspirato all’antico, antico

“Cantico dei Cantici”,

e al favoloso

“Le mille & una notte”

ecco a voi:

La padella d’oro

ovvero

Le favolose

avventure

della moglie

di Alì Ala-dyn



Fiaba teatrale

in simil-dialetto siciliano



Personaggi:




1 Passante


2 Passante


Comari & signorine


Vecchio venditore ambulante

(lo zio mago di Alì Ala-dyn)


Amina, la moglie di Alì Ala-dyn


La sua gatta Morgantina


1 Sogno d’oro

2 Sogno d’oro

3 Sogno d’oro


Dormi-veglia


Alì, pasticciere della reginetta di Saba


Re Salomone sapientissimo


Corteo lussuosissimo di re Salomone


Animali preferiti di re Salomone:


il Pappagallo & il Coccodrillo,


il Serpente & il Tucano,


la Giraffa & il Leone



che

Visir, Ciambellano & Maggiordomo

si portano in braccio


(anzi, per essere precisi,

dentro le loro mani, infilati come guanti,

perché burattini sono).


Alì Ala-dyn


Reginetta di Saba


Salvatore, l’incantesimo ovvero: l’incantesimo Salvatore





C'ERA UNA VOLTA A ...

BAALARM




Primo Passante:


“Cc’era na’ vota ne la beddissima città di Baalarm … “


Secondo Passante:

“Baalarm?”


Primo Passante:


“ Sì! Baalarm...

questo fu il nome di Palermo

antica, antica

dei tempi in cui, dal mare, tantissimi giunsero arabi saraceni

e… accussì,

d’inverno, ne lu beddu casteddu chiamato Kastr,

d’estate, nell’altro,

chiù beddu ancora,

di Maredolce alla Favara,

regnavano dei beddi principi

che Emiri erano chiamati …”


Secondo Passnte:


“Haju capito, cumpari…

E allura?


Primo Passante:


Allura...

a Balaarm

si cunta e s’arricunta cà…





Vecchio venditore ambulante

(in realtà lo zio-mago di Alì Ala-dyn):


”Tigani, pignatte & padedde, cummari & picciottedde,

mai accussì bedde pignatte accatterete

& più lustri tigghi ntra’ u’ furno infilerete

pi cucinari dulci & dulcetta & milidda fragranti…”


” Tegami, pentole & padelle, signore & signorine,

mai così belle casseruole comprerete

& piu’ scintillanti tortiere nel forno infilerete

a cuocer dolci & dolcetti & biscotti fragranti…”



E le passanti & le comari se le comprano tutte, tutte … tranne …




Vecchio venditore ambulante:


”Oro, oro, oro…

Manco il signore Emiro si accattò questa padella!

Chi mi compra la padella d’oro?

E chi se la compra?

Oru, oru, oru…

Chi sta’ bedda padedda mi accatta?

E chi se la vuole comprare?”


La moglie di Alì Ala-dyn:


“ Ma quanto mi costa la tua padella d’oro?

Quanto mi viene a costare? “


Vecchio venditore ambulante:


“Niente ti viene a costare, bella picciotta,

a te la vendo volentieri quasi per niente,

la padella quasi ti regalo, ragazzina …”


La moglie di Alì Ala-dyn:


“ E come quasi per niente, ambulante?

E come ??? ”


Vecchio venditore ambulante:


Ragazzina, io te la vendo tutta risplendente

Picciottedda, io te la regalo proprio

se in cambio mi trovi una lampada vecchia,

veramente una cosa da niente …”


La moglie di Alì Ala-dyn:


“Ma quale picciottedda?

Non sono ragazzina signorina:

sono signora Amina …

ed ieri mi sposai con Ala-dyno

con bellissimo, cerimonioso matrimonio …

Sono signora Amina,

Non tengo lampade vecchie, nella mia casuzza bella,

tra le palme & gli ulivi dei giardini,

tra i noccioli, i limoni & i fichidindia,

nella mia casuzza nuova, io tengo solo

mobili & soprammobili splendidissimi

cassapanche d’ottone risplendenti

specchi di rame lucido,

lumiere di cristallo & argento fino !”


Vecchio venditore ambulante:


“ Conosco Alì Ala-dyn, signora Amina,

& conobbi sua nonna …

In chiuso sgabuzzino conservava una lampada ammaccatela,

rugginosa & vecchia dei tempi di Salomone:

mi disse che il re sapientissimo la volle regalare a una regina,

alla reginetta di Saba la volle regalare

e gliela regalò a quei tempi dei tempi…

Mi disse che la reginetta se la portò sul cammello,

se la portò a casa sua, in Arabia felice,

E poi la regalò al suo pasticcere,

al pasticcere Alì la volle regalare

in cambio di un pasticcio di mandorle pistacchiate

e datteri di Palmyra & uvetta passulina

ch’era un capolavoro …

E il pasticcere Alì la regalò ad Alù,

figliuzzo bellissimo

che ebbe da Yasmina,

e il figliuzzo lo regalò pure a suo figlio,

che si chiamava Alà

e il figlio sempre a suo figlio

lo regalò…

finchè giunse ad un certo Dyn

che se ne venne in Sicilia al tempo della conquista,

con Al Aglab conquistò tutta la Sicilia bella

- E sia gloria per questo ad Allah misericordioso! -

ed iddu fu il nonno della nonna di Alì Ala-dyn…

Hai capito, Amina? “


Amina:


“Mi hai confuso tutta la testa con queste storie che dici….

Ma ti cercherò la lampada ammaccatela,

se proprio ci tieni,

ti cercherò quella lampadazza vecchissima,

se pure esiste

& favola non è

o chiacchiera di ambulante…

Voglio la tua padella d’oro,

‘a padedda d’oru voglio,

per metterla nella cucina di maiolica bellissima

che tengo nella casuzza mia risplendente…”



Musicaaa!


Amina & il mago si ballano una tarantella


Poi,

mentre la moglie di Ala-dyn si allontana un attimo

per andare a casa a cercare la lampada,,

lui danza da solo,

tutto contento,

e si sfrega le mani per la soddisfazione

e rivela al pubblico la sua macchinazione:



“ Quella picciotta Amina

è un poco stupidazza…

e, se mi porterà la lampadazza,

anche Aladyno mi sono messo in tasca!

E che è, che non è,

in un battibaleno,

tutto si perderà, casuzza & terre

che risplendono al sole… & i giardini pure…

Tutto mi prenderò grazie al suo Genio!”




Se ne ritorna intanto Amina con in mano la famosa lampada rugginosa

&

fanno lo scambio.



Venditore ambulante:


“ Bacio le mani, signora Amina bella, me ne salgo sulla montagna di Monreale… perchè , come ci dice il proverbio:“ Cui va a Palermu e ‘un vidi Murriali, si ni parti sceccu e torna... animali!”

E salutami tanto Aladyno… e salutamelo tanto!”



Se ne va il mago-ambulante lemme, lemme con il suo carrettuccio

&

allora…

quella capricciosa d’Amina…




Amina:


“Padel, padella,

sei d’oro & troppo bella,

padella, padellina

non ti metterò in cucina!”



Si rivolge ora al pubblico




Amina:


“Troppo bella mi pare per la cucina ,

troppo bella è questa padellina!

Quasi, quasi io ci faccio dormire la gatta,

Morgantina bianca & bellissima, ci faccio dormire,

& su un cuscino di broccatello bello ce la faccio dormire!

Pissi, pissi...

vieni, vieni Morgantina bella,

vieni qui da Amina tua

che ti vuole annacare

Pissi, pissi...

vieni, vieni…

Vieni, gioia mia, vieni!”



E se ne entra la gatta bianca Morgantina bellissima

e la signora Amina se la coccola & accarezza...

“ Miao miao…” fa quella, contentissima,

“ Ron, rooon…” dice & fa le fusa…

Poi la sistema nella padella d’oro,

su un cuscinetto di broccatello bello,

proprio accanto al lettuccio, che la cameriere

(che sarebbero le passanti di poco fa)

le hanno preparato per la notte

con trapunte ricchissime & ricchi cuscinoni.

Erano di raso d’oro a quadretti d’argento

iddi beddissimi cuscinoni!



Amina:


“Dormiamo, Mrgantina bella, che domani

Ala-dyino mio se torna dal viaggio che si fece,

e a me, mi deve trovare bella riposata…

con la pelle, morbidissima & setosa & risplendente

e a te pure col pelo morbidissimo

& setoso & splendente, ti deve trovare…

Dormiamo, gioiuzza mia, e che la padella nuova & dorata

sogni bellissimi ci porti veri sogni …d’oro!



E dormono…


E, mentre quelle dormono se ne entrano i sogni d’oro…




E ballano,

tutti scalmanati…


E mentre quelli ballano,

ad Amina & a Morgantina ci sembra di svegliarsi

e si guardano tutt’attorno e si stropicciano gli occhi pure

e, poi, si alzano,tenendosi per mano, tutte timide & stupite...


Ma non si sono svegliate invece,

nei sogni d’oro soltanto sono entrate!




Primo Sogno d’oro:


“Avanti, accomodatevi, che vi facciamo sognare!”


Secondo Sogno d’oro:


“Noi siamo quei sogni bellissimi che tutti volete fare…”


Terzo Sogno d’oro:


“Noi siamo i sogni d’oro…

Chi ci vuole accattare?”


Primo Sogno d’oro:


“E per accattarci, voi dite, che si deve fare?”


Secondo Sogno d’oro:


“Semplice:

Con una gatta bianca ci si deve accompagnare…”


Terzo Sogno d’oro:


“Su una padella d’oro la si deve annacare…”


Primo Sogno d’oro:


“E annaca qua e annaca là …”


Secondo Sogno d’oro:


“E poi…,

poi, ci vuole pure il dormi-veglia…”


Terzo Sogno d’oro:


“Dormi-vegliaaa!

Dormi-vegliaaa!

Ehi! Dormi-veglia! Ci vogliamo avvicinare, gentilmente?”



Ed entra…

con passo solenne & cadenzato

&

con nu’ bellu turbante in capo,

se ne entra il Dormi-veglia





che ci sono alcuni che se lo immaginano

come gatto

malizioso & grosso,

tutto di pelo rosso & arruffato,

e ci sono altri, invece, che se lo immaginano

come grasso

picciotto dal faccione accussì,

ma pure viddano & dispettoso assai,

perché, come il gatto degli altri,

sempre rosso malpelo è …


Una cosa, però,

è certa…

che il Dormi-veglia è persona importante,

persona di riguardo…,

come maggiordomo è,

come Ciambellano del Signore nostro Principe Emiro:

Gran Ciambellano dei sogni

iddu è.




Dormi-veglia:


“ Vogliamo cominciare?

Signori Sogni,

ci vogliamo allineare?

Senza spingere, però,

uno alla volta...

Facciamo attenzione...

che vi conduco la contraddanza…


Musicaaa,!

Abballate, signori Sogni!

Abballa bedda picciotta,

e pure Morgantina!

Abballa tu & abballa tu!

Abballate tutti... abballaaate!

E... si nun abballate bonu

non vi cantu & non vi sono!"



E

battendo u tempo col piede,

stu’ Dormi-veglia forsennato,

si dirige la contraddanza:



E uno, e due e tre!


Sta’ contraddanza troppo bella è,

che di sogni intrizzati è filata,

sta’ contraddanza tutta dorata…


E uno e due e tre!


Entra nei sogni pure te!


(e acchiappa Amina con la sua gatta…)


Che di sogni è fatta la vita,

anche se pare una frittata…


E uno e due e tre!


Ancu si pari na’ vastasata,

ci pigghiammu questa frittata,

e coi sogni ce la indoriamo

ogni notte piano, piano…,

E uno e due e tre!

Nella padella ce la friggiamo

la sola vita che noi abbiamo…,


E uno e due e tre!


Nei tuoi sogni puoi essere re,

e, se sei fimmina, sarai regina

in contraddanza fina, fina…,


E uno e due e tre!


Oggi a mia, dumani a tia,

semu tutti in compagnia,

dietro ai sogni

noi corriamo,

dietro ai sogni

noi abballiamo….

Abballate signori Sogni1

Abballa bedda picciotta…

e pure Morgantina!

Abballatu & abballa tu!

Abballate tutti!


Aabbaaallate!


E si nun abballate bonu

non vi canto e non vi sonu! "



Primo Sogno d’oro:


E uno e due e tre!


Questa Amina pizzuliata

la casuzza s’ è giocata,

terre & giardini

per una padella,

le rimane solo quella…”


Secondo Sogno d’oro:


E uno e due e tre!


Ma la padella è d’oro finu

e la gatta fa le fusa,

Morgantina con la padella ,

aiuteranno sta’ picciottedda...”


Terzo Sogno d’oro:


E uno e due e tre!


Vieni, vieni, Amina bella,

con Morgantina & la padella;

Morgantina è una maga,

‘a padedda è fatata…


E uno e due e tre...



E sta’ contraddanza scatenata,

comu di bottu s’ è fermata!



Dormi-veglia (a gran voce) :


“Avanti con il primo Sogno d’oro, avanti!“



E batte le mani…



Primo Sogno d’oro: (con bellissimo inchino )


“ Corteo della reginetta di Saba che se ne va in visita al re Salomone sapientissimo…”



???




Primo Sogno d’oro:


“Ma dov’è ? “

Ma dove è andata a finire ??

Reginetta di Sabaaa…

Reginetta di Safaaaa… “



Entra il pasticciere Alì,

tutto affannato



Alì:


Quella dice che non è pronta,

quella dice che non può venire!

Quella dice...

di andare avanti col Sogno d’oro n. 2…

che ancora si sta preparando…

e poi, idda verrà, verrà…”


Primo Sogno d’oro, costernato:


“ E quando verrà, ah? ”


Alì:


“Verrà…. poooi…”


Primo Sogno d’oro

(che si vede che gli viene… gli viene quasi da piangere, mischinazzo):

“E tu chi sei, eh? “


Alì:


“ Io sono Alì, il pasticcere.”



E interviene il Dormi-veglia,

che è…

veramente quello è

arrabbiatissimo,

veramente troppo arraggiato




Dormi-veglia:


“E come non è ancora pronta?

E che sta facendo? “


Ali’:


“ Quella si sta facendo ancora il bagno…

e vuole…

Non ci bastava il latte vero di asina,

nell’acqua del bagno,

quella ha voluto:

la mirra e l’incenso,

e ancora non era contenta..,

E poi ha voluto…,

nell’acqua del bagno,

quella ha voluto pure:

petali di rosa & petali di gelsomino

pro-fu-ma-ti-ssi-mo...

e ancora non era contenta…

E adesso quella vuole…,

nell’acqua del bagno, -

quella vuole pure: chicchi di zenzero

& petali di non-ti-scordar-di-me!

E ci sta facendo impazzire...

Tutta la corte al completo

sta facendo impazzire!

E dove lo troviamo questo non-ti-scordar-di-me?

E dove lo possiamo trovare?

E dove lo troviamo lo zenzero?

Io lo vado a cercare!”



E scappa…




Dormi-veglia:


“ Cooose da pazzi!

E passiamo al Sogno d’oro n. 2, allora,

dato che ci siamo obbligati

dalla vastasaggine di certa gente!”



Il Sogno d’oro n. 1,

imbarazzato, veramente molto imbarazzato,

gli dice qualcosa all’orecchio:



Dormi-veglia:


“ Ma quale riggina & riggina!


Ma fammi il piacereee!


Fare ritardo è vastasaggine…

e poi…

i Sogni d’oro… allineati, si devono sognare

E tu, questo, bene lo sai!

E pure lo sapevi prima! “



E il Sogno d’oro n.1,

mortificato, veramente molto mortificato,

si deve ritirare




Secondo Sogno d’oro (con bellissimo inchino):


“ Corteo del re Salomone sapientissimo

che se ne va a incontrare

la reginetta di ...

Sabaaa!“


E…

se ne entra

un corteo…,

un corteo…,

un corteo, signori,

che accussì non lo vedevate

dal tempo di re Carlo Magno imperatore!




Secondo Sogno d’oro:


“E ci sono:


Suonatori di tamburello,

suonatori di mandolino,

suonatori di tricchete-tracchete…


E ci sono:

ballerine orientali,

ballerine occidentali,

ballerine meridionali…

(e tutte quante bellissime!)


E ci sono:

guardie del corpo col turbante rosso,

guardie del corpo col turbante giallo,

guardie del corpo col turbante azzurro…


E ci sono pure:

Visir & Ciambellani,

e poi Maghi & Ciarlatani,

maggiordomi & camerieri,

e poi cuochi & pasticceri…


E ci sono ancora… “




E basta!!!


Fa il Dormi-veglia,

il quale si tiene per mano Amina,

la quale si tiene per mano la gatta sua bellissima Morgantina ..




Dormi-veglia che ora è tutto arraggiatu, veramente troppo arraggiatu :


E cerchiamo di non esagerare, ogni volta,

con tutto questa apparenza di lusso,

signori Sogni,

che è tutto strusciu di carta senza cubbaita,

e poi, portate sempre troppa gente…

e qui non si circola,

qui, non si può circolare proprio! “



e fa sciò sciò con le mani



“ E tu, questo, bene lo sai!

E pure lo sapevi prima! “



ci dice, arraggiato, il Dormi-veglia

al Sogno n. 2,

e quello, mortificatissimo, si deve pure ritirare




Dormi-veglia:


“ E andiamo al Sogno d’oro n.3…

E vediamo che cosa ci ha apparecchiato, vediamo…

Sono curiooso…”



“…Un momento,un momento...”



Ed entra di corsa il pasticcere Alì

con una tortiera in mano…




Dormi-veglia:


“ E che vuoi?

E che vuole questo, ancora? “


Alì :


“ Ho portato la cubbaita…”


Dormi.veglia:


“ Ma quale cubbaita? “


Alì:


“ La cubbaita che dicevi prima…

Ve l’ ho fatta con:

mandorle, noci, sesamo

& miele cotto,

che è un vero capolavoro! “


Dormi-veglia:


“ Ma qui non si può parlaaare…

Ma qui non si può neppure parlaaare accussì ,

tanto per babbiaaare…

Ma quello era un proverbio,

Quello era un modo di dire…

Era un modo di dire

per dire appunto

che questi sogni qua

troppo lusso fanno

che è solo “sruscio di carta”, appunto,

come te lo devo spiegare…

che tanto, quelli,

inconsistenti sono,,

sono… sogni

appunto!, ”


Ali’ :


Come vuole Vossignoria illustrissima…

Epperò...

ora che l’ho preparata,

ce la possiamo pure mangiare, no? “


Dormi-veglia

(che si guarda la cubbaita, ora se la guarda bene) :


“ E mangiamocela, và…”



e cominciano a servirsi:

lui, i Sogni, Amina

&

la gatta Morgantina



“E valla offrire pure a re Salomone, và…

che è rimasto pure senza regina di Saba!

E valla a offrire pure al suo corteo lussuosissimo, và…”



E quello va

&

mangiano ...



“E valla offrire pure al pubblico, và… “


???


Alì, i Sogni, Amina

&

la sua gatta Morgantina

&

pure Salomone, col corteo lussuosissimo,

smettono di botto di mangiare

e guardano…

e guardano…

si guardano davanti,

come alloccuti…

e poi…



Alì (timidamente):


“ Ma quale pubblico?

Che stai sognando, Ciambellano dei Sogni? “


Dormi-veglia:


“ Che dici sognando e sognando…

Certo che sto sognando!

E, per prima, sogno’ Amina!

E poi, pure Morgantina!

Tutti stiamo sognando!

O no?

Tutti sognano

nel teatro dei sogni che è u’mundo!

E tu… puro sogno sei!

E quelli, lì… ( e indica col dito il pubblico )

pure sogni sono,

per noi, sogni veri…

E quindi…

e che, non debbono mangiare?

E che, non si debbono assaggiare la tua cubbaita?

Ma fagliela assaggiare, và…

E fagliela assaggiare! “



E accussì il pasticcere Alì , i maggiordomi

&

i camerieri tutti

del corteo lussuosissimo di Salomone,

pure al pubblico

offrono la cubbaita

&

altra cubbaita

&

ancora cubbaita

di mandorle, noci, sesamo & miele cotto,

che è ...

signori miei,

quella,

è veramente…

vero capolavoro!



Dormi-veglia:


“ E ora che bene abbiamo mangiato,

vediamoci che Sogno d’oro n.3 ci è stato apparecchiato!”



e batte le mani…



Sogno d’oro n.3:


“Io sono sogno vero,

signori miei illustrissimi,

io sono sogno veritiero

e allora vi voglio mostrare

quel che ad Ala-dyno potrebbe capitare…

Potrebbe?

Ahimé, che dico? Già gli è capitato!

Perché come ci dice il proverbio:

"Beni di furtuna

passano comu la luna!"

E pure:

“Gira, rigira,

la mugghieri sempri tira!"

E la qui presente Amina

vero è che è stata un po' cretina:

di un mago travestito si è fidata

cu’ arti di magaria fu imbrugghiata!

E la imbrugghiò unu de’ so’ parenti,

e la imbrugghiò unu ziu-sirpenti

Lo zio di Ala-dyno l’ha imbrogliata!

Di un Malagigi veru, quella si è fidata!"


Amina (sussultando spaventata):


“Un mago ???”

E pure zio ???"


Sogno d’oro n.3:


“ Sì... magu & ziu infami!

Peggio di Malagigi iddu è !

Guarda…”



E, con ampio gesto…

la invita dentro al sogno,

che è lui stesso, appunto…

Entra allora correndo

Alì-Ala-dyno,

che è

tutto ansante & trafelato

&

pare anche affannato.

Iddu, mischinu,

tiene gli occhi fuori della testa

e si sbatte di qua & di là

come forsennato

Siccome poi si sente troppo disperato,

da un lato all'altro della stanza se ne corre,

ma nulla vede, nulla riesce a taliari



Alì Ala-dyn:


Ah!

Bedda Matri santissima, che cosa mi va a capitari!”



Si tappa la bocca, sussultando,

si guarda di là & di qua,

sospettoso, e poi si torce le mani...


Uh!

Signore nostro misericordioso,

Allah carissimo

& Macometto pure,

profeta suo gentilissimo,

che cosa mi fate dire!

Troppo disperato sono, manco riesco a pregare

così come si deve fare!

Qualcuno si rubbò la lampadazza…

sicuro!

La lampadazza mia fatatissima

che mi lasciò mia nonna, Fatimà ,

che fata era,segretamente,

& pure magara espertissima

in tutte le magarie possibili & impossibili,

quella mia bella

lampadazza ammaccatela

che, se si strofinava,

un Genio misterioso

fuori se ne spuntava…

E che è e che non è,

in un battibaleno,

quello ti regalava

pure il mondo intero!

Insomma…


(si rivolge al pubblico con confidenza...)


Me ne ero partito per Baalarm

così, a visitare,

seminati, vigni & purrazzi,

i miei sette belli casali,’

i miei tre belli castelli,

le trentasette

gebbie piene d’acqua purissima

che mi appartengono,

le trentatrè trazzere

che, tra ulivi & fichidindia,

pure a me appartengono,

&…

mentre ero lì,

spariu!

Avete capito bene? (al pubblico si rivolge)

Io lì

stavo…

& quelle …

Spariu !!!

Il Genio della lampada me le aveva date,

e all’improvviso quelle

… si sono squagliate!

Devo correre a Baalarm…

Devo andare subita vedere

che cosa è capitato

alla mia casuzza bella

& pure a mia moglie Amina...

Ma anche il cavalluccio mi è sparito

& lo sceccareddu mio bello,

che mi portava i bauli, pure!

Vuol dire che correrò...

Correrò forte...

Amina!Amina!

Che ti capitò

Aminuzza mia bella?

Che ti è capitato??




E correndo, correndo,

sparisce…

dal sogno veritiero sparisce…

e allora

Amina…



“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhi !!!”


E si butta a terra & i capelli si vuole stappare…

ammaraggiata è, scantata & arriminata



"Mischinedda me

che cosa ho fatto?


Ihhhhhhhhhhhhhhhh !!


Che cosa mi doveva capitare?

Ad Ala-dyno mio un guaio ho combinato…

all’amoruzzu mio sventura ci ho portato!


Ahiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii !!

Uhiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii !!


Ohi…ohi..ohi…mé !

Poveruzza ora sono

e poveruzzo adesso è diventato

stu’ marituzzu che mi sono sposato,

che cu’n’ amuri mi sposai a’ cori cuntentu,

che mi sposai per buona sorti & buon ventu…"




Ma ecco che, duci duci, le parla la so' gatta Morgantina e la rincuora...





(CONTINUA)