L'avvento di Luigi XIV vede sbocciare in Francia e poi espandersi in una meravigliosa fioritura un genere letterario del tutto nuovo, la Fiaba o Racconto di Fate. Come meravigliarsene, se si pensa a un giovane sovrano capace di abbattere, come per incanto, una foresta che non gli piace facendo sorgere al suo posto un lago dai mille zampilli o di far costruire, in un batter d'occhio, il piccolo Trianon di porcellana che sfortunatamente non c'è più?
In quegli anni, il «fatismo» divenne una vera mania: dame e cavalieri – ma soprattutto dame – gareggiavano a chi più sapientemente avrebbe sbrigliato la fantasia e anche più tardi, quando con la presenza di Madame de Maintenon e dei suoi costumi severi, il gran galoppo delle fiabe si fu calmato, anche allora e per molti anni si continuò in Francia a favoleggiare.
Fu così che, fra il 1785 e il 1789, cento anni dopo la loro entrata nel mondo delle lettere, tutte quelle fiabe vennero pubblicate per la prima volta ad Amsterdam e a Ginevra e raccolte sotto il titolo di Cabinet des Fées ou Collection choisie des contes des Fées et autres contes merveilleux (Lo Scrigno delle Fate o Collezione scelta di racconti di Fate e altri racconti meravigliosi)
Il mondo dei racconti di Perrault è il mondo fiabesco e meraviglioso della corte del Re Sole, con le sue feste, i suoi palazzi, i suoi costumi sfarzosi. Tratti dalla tradizione popolare e forse anche da fonti letterarie quali Le piacevoli notti dello Straparola, i Racconti, che trovarono molti imitatori e soprattutto imitatrici, si distinguono per la semplicità e la grazia dello stile per la freschezza del tono, appena un po' guastata dalle seppur argute "morali" finali. In italiano sono stati tradotti, fra gli altri, dal Collodi
Il regno di Luigi XIV vide nascere, svilupparsi e poi far finta di scomparire un genere letterario che lo illustra più d'ogni altro: quello dei racconti di fate. Colui che era destinato a divenire il Re Sole, nato come per miracolo dopo ventidue anni di speranze deluse, come avrebbe potuto non amare quelle fate che avevano presieduto alla sua nascita? L'infanzia e il meraviglioso vanno evidentemente molto d'accordo, ma l'infanzia d'un principe come lui è il meraviglioso realizzato; e ciò non solo perché un compagno di giochi gli offre, fra tanti splendidi balocchi, un cannoncino d'oro tirato d'un guardaroba inimmaginabile - brache di scarlatto ornate di galloni d'argento, cappelli piumati... - e neppure perché, fino a sette anni, lo si addormenta la sera raccontandogli quelle "storie di Pelle d'Asino" che tanto gli piacciono e che si prolungheranno nei suoi sogni; ma anche perché le arti, le scienze, la storia in generale concorrono al successo d'un genere il quale non aspettava che il suo momento per nascere e fiorire
Qui il link di tutti i racconti delle fate tradotti dal francese da Carlo Collodi;
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